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La notte di San Lorenzo: come e quando vedere le stelle cadenti

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

(X AGOSTO di Giovanni Pascoli)

San Lorenzo è la notte delle stelle, la notte più romantica dell'anno, la notte delle meteore...
In realtà non è esattamente la notte in cui questo fenomeno è maggiormente visibile. Leggete l'articolo di Franco Foresta Martin (tratto da Corriere.it, che riporto qui sotto quasi per intero) per scoprire tutto quello che di essenziale c'è da sapere sulle Lacrime di San Lorenzo!

"Chi le chiama «st
elle cadenti dei desideri», chi «lacrime di San Lorenzo»: per gli astronomi sono rigorosamente le Perseidi, cioè le meteore che sembrano provenire dalla costellazione di Perseo.
Quest’anno le Perseidi si potranno vedere, con la massima frequenza di apparizioni, nelle due notti fra l’11 e il 12 e fra il 12 e il 13.

Ma la presenza dell’ultimo quarto di Luna, che sorgerà a tarda sera, inondando il cielo di luce, disturberà l’osservazione, rendendo impossibile la percezione delle meteore meno luminose. In pratica le ore di maggiore oscurità, e quindi più favorevoli, saranno comprese le 21,30 e le 00,30.

Tutto sommato, un osservatore assiduo, in condizioni favorevoli, cioè lontano dal forte inquinamento luminoso delle città,potrà aspettarsi di vedere qualche meteora ogni minuto. Inutile promettere valanghe di decine o centinaia di meteore al minuto, come si esagera, talvolta, nei titoli dei giornali: si otterrebbe solo lo scopo di deludere gli occasionali spettatori.

Le meteore d’agosto non sono le stelle che cadono e neppure le lacrime di San Lorenzo che, come immaginava il poeta Giovanni Pascoli, piange per le malvagità del mondo. Sono piccoli detriti, di dimensioni variabili da un granello di sabbia a un sassolino, che la cometa Swift-Tuttle (dal nome dei due astronomi che la scoprirono nella metà dell’800) si lascia dietro di se, lungo la sua orbita attorno al Sole.

Una volta l’anno, verso il 10 agosto, la Terra ne incrocia l’orbita e, anche se la cometa è ben lontana, urta contro i suoi detriti che penetrano nell’atmosfera a velocità di decine di km al secondo, incendiandosi e diventando visibili come meteore. I detriti più piccoli generano meteore appena percettibili, quelli di medie dimensioni tracce ben visibili a occhio nudo, i sassolini più grandi danno vita a dei veri e propri bolidi. Raramente qualche frammento solido arriva al suolo sotto forma di un meteorite.
Il maggior numero di meteore si vede proprio quando la Terra attraversa la parte più densa dei detriti della cometa (quest’anno il 12 agosto). Ma, sia pure con una frequenza più bassa, le Perseidi compaiano anche qualche giorno prima e dopo il picco massimo.

Se si segnano con la penna, su una cartina del cielo, i segmenti delle meteore osservate e poi si prolungano dal lato della provenienza, si vede che tutte le tracce convergono verso un punto origine che gli astronomi chiamano ‘radiante’.

Esso rappresenta la proiezione sulla volta celeste della zona di ingresso delle particelle nell’atmosfera. Per le meteore d’agosto il radiante coincide con la costellazione di Perseo, ben visibile in agosto a notte avanzata, sotto Cassiopea, verso Nord-Est.

Ma non commettiamo l’errore di guardare direttamente la costellazione di Perseo, nella speranza di vedere più meteore: quello è solo il punto di origine geometrico! Di lì le meteore si irradiano in tutte le direzioni. In realtà le migliori condizioni di osservazione si realizzano stendendosi su una sdraio e guardando verso lo zenit (il punto più alto del cielo), in modo da coprire col nostro sguardo il maggior campo visibile.
Gli appassionati di astronomia registrano minuziosamente le caratteristiche di ciascuna meteora osservata (ora, direzione della traccia, aspetto) e le comunicano a apposite organizzazioni che elaborano statistiche sull’intensità delle piogge di meteore, allo scopo di studiare la distribuzione dei detriti della cometa progenitrice. In Italia il centro di raccolta dati è la sezione meteore dell’Uai: http://www.uai.it/sez_met/

Per gli appassionati della fotografia: è possibile anche ottenere eccellenti immagini, con macchine fotografiche fissate su cavalletto, pellicole a elevata sensibilità e tempi di posa di qualche minuto. Se dopo cinque minuti di posa si vede che non è passata alcuna meteora nel campo ottico dell’apparecchio, meglio passare al fotogramma successivo, altrimenti l’immagine si satura di luce di fondo e perde contrasto.

Le Perseidi non sono le sole piogge di meteore visibili nel corso dell’anno. Due fra le piogge più abbondanti sono le Leonidi, che hanno il loro massimo fra il 17 e il 18 novembre, e le Geminidi, fra il 12 e il 14 dicembre. Non tutte le meteore appartengono a una pioggia, ve ne sono anche di ‘sporadiche’, figlie dei tanti frammenti di varia provenienza che riempiono lo spazio interplanetario."

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