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Il camoscio torna sui monti Sibillini

Una catena montuosa che si erge nel cuore dell'Italia, tra Marche e Umbria, lungo la catena appenninica centrale, tra le province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia, fino a raggiungere, con il M. Vettore i 2.476 m.
E' qui, nel regno della mitica Sibilla che nel 1993 è nato il Parco Nazionale Monti Sibillini (oltre 70.000 ettari) con lo scopo di salvaguardare l'ambiente, promuovere uno sviluppo socio-economico sostenibile e favorire la fruizione ad ogni categoria di persone sì da creare un "Parco per tutti".

« ...E che pensieri immensi,
che dolci sogni mi ispirò la vista
di quel lontano mar, quei monti azzurri,
che di qua scopro, e che varcare un giorno
io mi pensava, arcani mondi, arcana
felicità fingendo al viver mio! »
(Giacomo Leopardi così scrisse dei Monti Sibillini ne Le ricordanze)

Lupo, aquila reale, falco pellegrino e numerose specie endemiche sono i segni più evidenti di una diversità e di una ricchezza biologica che, unitamente al fascino delle abbazie e dei centri storici medioevali, disseminati intorno alle falde del gruppo montuoso, hanno contribuito a creare un mondo antico e suggestivo...
Qui, tra monti fondamentalmente costituiti di rocce calcaree, è tornato pochi giorni fa il camoscio appenninico. Nell'ambito del Piano d'Azione Nazionale per il Camoscio del Ministero dell'Ambiente, alcuni esemplari sono stati reintrodotti nel territorio del comune di Ussita (Macerata). Un primo passo per la creazione di una nuova colonia nei Sibillini di una specie considerata a forte rischio di estinzione, in quanto sopravvissuta, agli inizi del XX secolo, con un unico piccolo nucleo solamente nel Parco Nazionale d'Abruzzo.
Si spera quindi che tra non molto lungo i numerosi sentieri del Parco qualche fortunato "trekker" possa ammirare un esemplare di questo magnifico animale.

(Fonte: la Repubblica)

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