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Direttamente dal XVII secolo il veliero Vasa (in mostra a Stoccolma)

Se vi trovate a Stoccolma non potete fare a meno di andare ad ammirare l'unico vascello al mondo superstite del XVII secolo: il Vasa. Il museo, sull'isoletta di Skansen, una costruzione in rame dalla quale spuntano gli alberi del veliero, ogni anno è visitato da 1 milione di turisti, affascinati dalla storia e dalla bellezza di questa nave che mantiene il 97% dei suoi componenti originari.
Il passato recente ci parla dell'ingegnere svedese Anders Franzen che nel 1953 cominciò una tenace ricerca del vascello che si concluse con il recupero 8 anni più tardi, il restauro e l'esposizione nel Vasamusset. Ma per capire la storia del vasa si deve andare un pò più indietro nel tempo fino al 1625. In quel periodo la Svezia er al massimo del suo splendore e della sua potenza militare e la sua flotta era impegnata nella guerra dei Trent'anni.


Fu allora che Re Gustavo II della dinastia Vasa, ebbe l'ambiziosa idea di fare costruire il più grande vascello mai realizzato. L'opera venne portata a termine in 3 anni con il lavoro di 400 operai ed era (ed è...) veramente colossale: 69 metri di lunghezza, 52 di altezza, 12 di lunghezza...per lo scafo furono abbattute 1000 querce.Ma non sono solo le dimensioni a destare ancor oggi meraviglia; la ricchezza degli ornamenti lignei dei portelli, della polena di prua e delle numerose statue dalla figura leonina (simbolo del sovrano) e ben 64 cannoni. La sola poppa, alloggio degli ufficiali, s'innalza per 25 metri dal cassero ed è ornata da centinaia di sculture lignee dipinte.

Un castello di poppa così elevato era un vantaggio, nelle battaglie corpo a corpo, ma diminuiva la stabilità... e non è finita: lungo la prua ci sono 20 sculture di imperatori romani (ad eccezione di Augusto in quanto il re svedese voleva vedere se stesso nelle vesti del più grande di tutti).
Ma torniamo alla storia: il 10 agosto del 1628 la nave salpò tra il tripudio della gente accorsa al porto di Stoccolma per salutare la partenza dell'ammiraglia. Prima di entrare in mare aperto però si piegò di lato e affondò... Persero la vita 50 marinai e andarono perdute le munizioni, le provviste e i cannoni. La commissione d'inchiesta prontamente convocata attribuì la colpa al progettista, al comandante ma anche alla mania di grandezza del re che aveva voluto eccedere nel peso e nelle dimensioni sfidando le leggi della fisica.

Di tutto questo c'è ampia documentazione nel moderno Vasamuseet che oltre al vascello ospita spazi multimediali che raccontano la sua storia.In un certo senso anche se in un modo diverso da quello sperato dal re Gustavo II, il veliero è rimasto nella memoria dei posteri e si può ancora oggi ammirare intato nel suo splendore.

Sito ufficiale: http://vasamuseet.se/en

(fonte parziale per i dati: i Viaggi di Repubblica)


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