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Come si distrugge un pianeta: la marea nera del Golfo del Messico e la natura della Louisiana in pericolo

Gli aerei sorvolano la marea nera e lanciano solventi chimici mentre le barche dei pescatori si uniscono alla Guardia Costiera per srotolare in mare le barriere di gomma nel tentativo di arginare l'avanzata dell'onda nera, ma l'ecosistema del Delta del Missisipi in Louisiana sembra abbia poche speranze di sopravvivere. E' l'ennesimo disastro ambientale causato dall'uomo. La piattaforma Deepwater Horizon della compagnia Bp affondata il 22 aprile scorso sta continuando a far fuoriuscire milioni di tonnellate al giorno di petrolio e la macchia nera ha già raggiunto la penisola dove sorge la cittadina di Venice, sulla foce del fiume più lungo degli Stati Uniti.


Purtroppo la marea nera arriva proprio nel periodo dell'anno in cui molte specie hanno raggiunto il Golfo del Messico per riprodursi o sostare durante le migrazioni. Quelle a rischio secondo il Dipartimento per la pesca e la natura della Louisiana sono 656 di cui 445 sono di pesci (squali, tonni atlantici...), 134 di uccelli (34.0000 tra pellicani marroni, cormorani e uccelli migratori), 45 di mammiferi (solo i delfini sono 45.000) e 32 di anfibi, oltre ad altre specie di animali tra cui i rettili (le tartarughe marine su tutti) e crostacei come granchi e gamberetti e molluschi come le ostriche.

I danni inferti all'industria ittica sono per il momento dell'ordine di 2,5 miliardi di dollari e si calcola che il turismo in Florida subirà un calo valutabile in 3 miliardi ($) mentre per la bonifica delle aree paludose della Louisiana ci vorrebbero 4 miliardi.
La compagnia Bp ha assicurato che entro 6-8 giorni verrà attivata una cupola di contenimento sul tubo rotto che bloccherà la falla che si trova a 1500 metri di profondità; speriamo....

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