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In bicicletta lungo l'Adda. Seconda parte: da Pizzighettone a Cremona

pizzighettone bike tour
A un tratto scorgo delle rotaie tra l'erba spelacchiata, poi una strada ferrata intrecciata e l'edificio della stazione, col nome Pizzighettone scritto in blu. Il fiume Adda si mostra alla nostra destra, attraversiamo il ponte e vediamo le vecchie case colorate da dove siamo arrivati, la borgata di Gera, specchiarsi nel fiume.
Entriamo nell'antica città murata che, come Crema e Soncino, ha conservato queste importanti opere difensive sino ai giorni nostri. Le mura hanno dimensioni notevoli: 2 chilometri di lunghezza, 12 metri d'altezza e oltre 3 metri di larghezza. In pochi minuti siamo all'estremità opposta, dove ci aspettano i volontari per la visita guidata, gli stessi volontari che effettuano la manutenzione delle opere, allestiscono importanti rievocazioni storiche e manifestazioni enogastronomiche durante tutto l'arco dell'anno. Le opere sono descritte con ricchi pannelli esplicativi: in un'oretta, a piedi e in bici, vediamo il meglio di Pizzighettone e scopriamo i vari dominatori che se la sono contesa dal Medioevo in poi, fra i quali i signori di Cremona e Milano, i Veneziani (che vi hanno lasciato due leoni alati a guardia del ponte) ma anche Francesi e Austriaci, ansiosi di controllare questa via di  comunicazione su terra e acqua. 

pizzighettone bike tour
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In realtà l'uomo ha lasciato testimonianze del suo passaggio anche in epoche molto più antiche, a partire dagli Etruschi, come testimoniano le lunghe piroghe collocate nel piccolo Museo Civico. Esso ospita anche una sezione di arti, mestieri e tradizioni popolari: lavoro nei campi, trasformazione dei prodotti agricoli, specialità alimentari come i formaggi e il torrone.

pizzighettone bike tour
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Il vecchio carcere militare austriaco rappresenta una “spiacevole immersione” in un ambiente angusto e malsano, decisamente punitivo, che fu utilizzato fino a pochi decenni fa; anche il bel René, Renato Vallanzasca, fu imprigionato qui. Rievochiamo parole oggi molto usate quali galera e galeotto, ergastolo, casematte. La chiesa più antica di Pizzighettone è San Bassiano, dal classico impianto romanico lombardo, che ospita i resti fossili di ossa di mammuth, rinvenuto secoli fa in questa zona, talmente grandi che gli scopritori lo scambiarono per un drago.

pizzighettone bike tour
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Tuttavia ciò che attira di più la mia attenzione è la piccola chiesa di San Pietro a Gera, ricoperta di mosaici dorati alla metà del Novecento, che la fanno brillare di luce anche in questa grigia giornata autunnale. Anche le torri antiche fanno bella mostra di sé, oggi sono rimaste in piedi la torre del Governatore e la torre del Guado. Il Rivellino del 500 è un altro importante edificio semicircolare, costruito a difesa del borgo con una forma adatta a far rimbalzare i colpi di cannone.

All'ora di pranzo siamo abbastanza stanchi da concederci una pausa di relax sulla motonave Mattei, che ci mostra un altro modello di turismo slow sempre più utilizzato, sia sull'Adda sia sul grande fiume Po, compatibile col cicloturismo in quanto le biciclette si possono caricare a bordo. Tali percorsi sono attivi quasi tutto l'anno, a esclusione dei freddi mesi invernali, con diverse possibilità che includono piacevoli soste in tranquille location di campagna. Oggi è attivo anche un vero taxi veneziano, portato qui per uso turistico, ma francamente non mi auguro di vederlo sfrecciare sul fiume!! 

A bordo della motonave ci viene proposta una degustazione di prodotti tipici. Formaggi e salumi sono forniti dal Caseificio Sociale di Pizzighettone, che opera con produttori di latte locali certificati, distanti al massimo 4 km dal caseificio, e lo trasforma in formaggi di breve e lunga stagionatura, dal salva cremasco alla raspadura, dal provolone al grana padano. Ma il mio piatto preferito è un retaggio lombardo di altri tempi, come la cassoeula evoca la cultura contadina con quei piatti che si preparavano senza fretta e si consumavano in famiglia nelle lunghe (e fredde) serate d'inverno. I Fasulin de l'occ con le cudeghe si fanno con una varietà autoctona di fagiolo, oggi protetta, dalla caratteristica occhiatura nera. I fagioli bollono lungamente con le cotiche, la cotenna di maiale, una favola per noi da assaggiare, ovviamente faccio il bis. Per il ponte dei morti Pizzighettone si riunisce attorno agli attivissimi volontari che preparano da mangiare per centinaia di persone, la preparazione degli ingredienti dura molti giorni. E per finire: biscotti e torrone gelato!! Un pranzo tutt'altro che frugale. 

 pizzighettone bike tour
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Un caffè nel bar del centro e via, siamo di nuovo in sella. Il pomeriggio sarebbe altrettanto lungo del mattino: 25 km di pedalata sino a Cremona da percorrere in bicicletta tra rogge, chiaviche, torbiere. Ma io non ce la faccio e a metà strada, una volta giunti a Crotta d'Adda, alzo bandiera bianca assieme a un'altra compagna di pedalate. Per essere partita senza allenamento mi ritengo soddisfatta! E mentre salutiamo i prodi compagni che proseguono sulla ciclabile non ci lasciamo sfuggire la visita a Villa Stanga, una meravigliosa dimora privata oggi abitata dall'omonima coraggiosa famiglia che si è assunta una impegnativa missione: tenere la villa operativa sia all'interno, riccamente arredato con cimeli che raccontano la storia familiare e il tessuto locale fatto di agricoltura e allevamento “imprenditoriale”, sia all'esterno. Vediamo l'attuale giardino d'ingresso e, sul retro, quello che era in origine l'accesso al palazzo, oltre al quale si estendono i campi coltivati a cereali, l'oro giallo della Pianura Padana. Così facendo, gli Stanga mantengono la vocazione agricola per la quale la villa era nata nel Cinquecento.

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Pochi minuti in auto ci separano dal capoluogo, pioviggina ma ormai la nostra giornata in bicicletta è compiuta. Ora che ci hanno anche fornito del materiale informativo su Isole e Foreste e sulle mille possibilità di praticare cicloturismo in Lombardia, non vedo l'ora di ripartire! Ringrazio di cuore Giordano Nobile, titolare dell'omonima agenzia viaggi di Cremona, che ha organizzato egregiamente questo viaggio ricco di suggestioni, un viaggio che ha parlato ai nostri occhi e al nostro cuore. Per me che sono zingara per vocazione ma mezza lombarda di sangue, è stata una bellissima scoperta. E ringrazio i miei nuovi fantastici bloggamici: Emanuela, Ezio, Guido, che spero di ritrovare presto per inforcare nuovamente una bicicletta e pedalare alla scoperta della nostra bella Italia.

Altre informazioni le trovate su www.isoleforeste.mapslow.eu/it.

Testo e foto di Roberta Zennaro.

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