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Oceani 3D: la poesia del mare, la magia del cinema

Approfittando, per così dire, della pioggia che rendeva impossibile qualsiasi girovagata, domenica scorsa siamo andati a vedere il film OCEANI 3D, appena uscito nelle sale (il 30 aprile). Non trovo degli aggettivi più adatti a descriverlo se non "meraviglioso"! Un'immersione, nel senso letterale del termine, nel mondo subacqueo con immagini rese ancora più emozionanti dall'effetto tridimensionale. Avevamo visto altri film in 3D ma questo li supera tutti e di gran lunga! Dall'inizio alla fine sembra quasi di stare in acqua insieme alla tartaruga (la protagonista) ed essere circondati di volta in volta dalle minacciose murene o dagli squali tigre che vengono incontro con il muso aguzzo e la bocca spalancata... nemmeno in "Avatar" e in "A Christmas Carol" la tridimensionalità è così presente per tutto il film e così "convincente".
Peccato davvero per le tre voci fuori campo - e fuori luogo - di Aldo, Giovanni e Giacomo... io li apprezzo molto come comici ma in questo film-documentario li ho trovati decisamente una nota stonata. L'unica battuta, se la si vuol chiamare così, che mi ha fatto sorridere è stata "...ed ecco il pesce scorpione!" "ah! Anche lui è nato a novembre?"... il livello del resto ve lo potete immaginare. Battutine insipide e sempre uguali...non sarebbe stato meglio che a parlare fosse il mare? O un sottofondo musicale adatto a sottolineare la poesia delle immagini? Così non ha pensato la Eagle Picture che per la versione italiana si è indirizzata su un scelta meno didattica e più rivolta verso i bambini. Il testo scritto dal direttore del doppiaggio Pino Insegno però non credo che farà ridere nemmeno loro: troppo banale, ripetitivo e per niente divertente!
Dicono che nell'edizione francese il commento sonoro (affidato al premio Oscar Marion Cotillard) sia noioso e lo stesso nella versione inglese (la produzione è anglo-francese), ma non credo che l'intento dei registi fosse quello di fare una commedia; piuttosto un documentario sulle specie a rischio di estinzione che stupisse per la qualità delle immagini e per l'inedita prospettiva.
Il film è stato interamente girato in 3D dalle truppe di registi francesi Jean-Jaques e Francois Mantello con la produzione di Jean-Michael Cousteau, figlio del grande Jacques, in 7 anni di riprese, 200 ore di riprese subacquee in 26 location! Il filo conduttore è il viaggio di una tartaruga Caretta Caretta che appena nata si spinge in acqua all'inizio per poi riemergere alla fine su una spiaggia all'altra parte del pianeta, dove deporrà le uova. Nel tragitto paesaggi straordinari, dalla Kelp Forests della California alla barriera corallina australiana (anche se questo l'ho appreso solo leggendo sul sito ufficiale dato che durante il film non si dice quali posti siano) e tante specie marine: frotte di squali martello si muovono come fossero impazzite, aquile di mare che volteggiano come in aria, megattere che accudiscono i piccoli, orche, anenomi che proteggono i pesci pagliaccio, meduse giganti e delfini maculati giocherelloni.
Suggestive le riprese notturne che mostrano tra gli altri il rarissimo e fragile dragone foglia!
Un mondo tanto bello quanto fragile, seriamente danneggiato dalla pesca (dei 130 milioni di tonnellate di pesce pescato ogni anno circa 20 milioni è preso per sbaglio e spesso non è ributtato in mare), dal turismo (leggi a questo proposito il post "Racconto di un'escursione a Sharm El Sheik") e dall'inquinamento ("Come si distrugge un pianeta: la marea nera del Golfo del Messico e la natura della Louisiana in pericolo").
Alla fine dell'affascinante viaggio di 82 minuti, una breve carrellata su alcune delle creature comparse nel docu-film con relativo rischio di estinzione:
  • capodoglio, vulnerabile
  • tartaruga marina, a rischio di estinzione
  • lamantino, altissimo rischio di estinzione
e così via... si esce con la sensazione che il film sia una sorta di commiato ad un mondo destinato a scomparire presto.

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