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Da non perdere a Cracovia: Piazza degli Eroi del Ghetto

cracovia piazza eroi del ghetto

Piazza degli eroi del ghetto a Cracovia è stato un teatro di uccisioni e il raduno e punto di partenza verso i campi di concentramento. A ricordare quegli episodi tragici e la triste storia di quel che prima dell'occupazione nazista era un luogo di raduno, ci sono 70 sedie in metallo...

Sono le 9:15 del mattino del nostro secondo giorno a Cracovia quando davanti al portone del palazzo ottocentesco in cui si trova il nostro appartamento arriva il taxi chiamato da Małgorzata (=Margherita). Lei è una simpatica guida  polacca, chiacchierona e poliglotta, che lavora (anche) per l'Ufficio di promozione turistica di Cracovia e in pochi minuti ci convince a cambiare il programma originario che prevedeva come tappa iniziale Piazza del Mercato. "Rynek Glowny potete anche visitarla da soli ma la Fabbrica di Schindler no! Senza una guida vi perdereste almeno l'80% del significato del museo!". 

Come avremmo scoperto in seguito, aveva perfettamente ragione. Dalla chiamata del radiotaxi passano appena 5 minuti e 10 sono sufficienti per raggiungere il quartiere di Podgorze, nella prima periferia della città. Prima di arrivare a destinazione però ci fermiamo in Plac Bohateròw Getta, la "Piazza degli eroi del ghetto", a poche centinaia di metri di distanza dall'ingresso della Schindlera Fabrika.

Plac Bohateròw Getta è una grande piazza in pavé circondata da un mix disordinato di edifici antichi e moderni. Niente di particolare se non ci fossero delle grandi sedie in metallo a ricordare che questo è un luogo della memoria. Un pezzo di storia degli ebrei di Cracovia, quindi un pezzo della tormentata storia della città.

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Era il 3 marzo del 1941 quando i nazisti decisero di relegare tutti gli ebrei all'interno di un'area di 600x400 metri. Una sorta di prigione, questo era il Ghetto. Anzi, un cimitero. Il 20 marzo i lavori per la costruzione delle mura erano già ultimati così come la doppia recinzione col filo spinato e la tensione elettrica. La merlatura a semicerchio tipica delle lapidi ebraiche con cui vennero decorate le mura era un chiaro messaggio che suonava più o meno come la scritta all'ingresso dell'Inferno dantesco "Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate".

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Foto del museo della Fabbrica di Schindler

Il centro di questo spazio angusto in cui vennero inizialmente stipati ben 15000 ebrei era questa piazza, al contempo punto di incontro tra le povere anime che vivevano nei pochi alloggi disponibili (poco più di 3000 stanze, in media una ogni cinque persone) e punto di raduno e partenza verso i campi di sterminio.

Una storia da brividi quella della piazza degli eroi del Ghetto, con tre apici di terrore:
  • dal 28 maggio all'8 giugno 1942 quando vennero uccise 300 persone e 6000 furono trasportate ai campi di concentramento.
  • Il 27 ottobre 1942, con l'identica sorte per altre 600, uccise, e 7000, deportate.
  • Il 13 e 14 marzo 1943, la "liquidazione del Ghetto" a cui sopravvissero solo in 2000, con 700 vittime, anche bambini, vecchi e malati e oltre 4000 ebrei condotti probabilmente a peggior sorte ad Auschwitz o al campo di Plaszow. In ricordo di quei giorni ogni anno viene fatta una marcia simbolica la prima domenica successiva al 13 marzo.
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Le 70 sedie sono l'opera di due artisti polacchi che si ispirarono a una fotografia d'epoca in cui una bambina sta trasportando una sedia (la sedia che utilizzava a scuola) durante lo spostamento di massa degli ebrei dal quartiere di Kazimierz al Ghetto. Secondo altri invece le sedie rappresenterebbero una scena accaduta durante i giorni della liquidazione, descritta nel libro "Una farmacia nel ghetto di Cracovia".

Tadeusz Pankiewicz, l'autore di quel libro, era l'unico non ebreo del Ghetto: la sua storia è un'altra di quelle che vanno dritte al cuore. Polacco, di religione cattolica, si rifiutò di spostarsi quando venne costituito il Ghetto e continuò la sua attività alla Farmacia sotto l'Aquila, insieme al suo personale, aiutando clandestinamente la popolazione ebraica, distribuendo medicinali e generi alimentari, nascondendo e mettendo in salvo i perseguitati dai nazisti.

La farmacia si trova ancora in un angolo di Plac Bohateròw Getta e oggi ospita un museo con fotografie e reperti del periodo 1941-43.

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