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La Città Proibita a Pechino, il foto-racconto di una visita indimenticabile

pechino città proibita
Il quarto e ultimo giorno a Pechino l’abbiamo passato in fila a prendere i biglietti per la visita della Città Proibita... no, scherzo! Ma non del tutto. Dopo un’ora di fila sotto il sole cocente e aver sborsato 60 yuan a testa ci dirigiamo finalmente all’ingresso. Ricordatevi che per prendere i biglietti serve il passaporto, non so il motivo ma portatevelo dietro o non potete entrare!

Già dall'ingresso con i cinque ponti di marmo si intuisce la maestositaà del posto: i palazzi che si susseguono uno dopo l'altro sono bellissimi, non mi soffermo a descriverli tutti ma è sicuramente un luogo che va visto e che vi rimarrà impresso nell'anima. 

pechino città proibita

LA CITTA' PURPUREA PROIBITA


Noi l'abbiamo visitata senza l'assillo di una delle guide che potete prenotare all'esterno ma solo con l'audioguida, che e mio parere si è rivelata più che esaustiva e ci ha spiegato tutto il percorso e svelato diverse curiosità. La prima è quella che tutti hanno: perché viene chiamata "proibita"? Semplicemente perché all'interno potevano accedere solo i membri della dinastia imperiale o coloro che avevano un esplicito permesso del Figlio del Cielo, l'Imperatore. Uno spreco se consideriamo che il complesso è enorme: occupa più di 700.000 mq e viene considerato il palazzo più grande del mondo con i suoi 980 edifici e oltre 8.700 stanze!

pechino città proibita

Il nome esatto in realtà è "Città Purpurea Proibita" in quanto il Dio del Cielo, dal quale l'imperatore discendeva, dimorava in una costellazione costituita da 15 corpi celesti denominata Purpureo Recinto che ruotavano intorno al Mirto Purpureo, la Stella Polare. Una chiara analogia tra il centro del mondo celeste e di quello terrestre che si riscontra nella costruzione della Città Proibita, formata da quattro distinte città secondo un sistema concentrico. 

pechino città proibita

Le dinastie Ming e Qing abitarono la residenza imperiale per quasi 500 anni che videro succedersi ben 24 imperatori e dal 1925 è diventata un museo aperto al pubblico e una delle attrazioni più visitate del pianeta. L'Unesco l'ha inserita tra i patrimoni mondiali da proteggere ritenendola la più grande collezione di strutture in legno esistente.

pechino città proibita
pechino città proibita
pechino città proibita

Impossibile vederla tutta, anche perché, nonostante la bellezza, dopo qualche ora diventa stancante e quasi ripetitiva... tanto che ovviamente la parte che io ho amato di più è stata il Giardino Imperiale alla fine del giro, un misto di rocce, ruscelli, piante e padiglioni con draghi, che dovrebbe essere una piccola oasi di pace ma che purtroppo è invaso da turisti in ogni angolo.

Qui comunque abbiamo fatto l’incontro con il "must della vacanza, gli "oreo alla fragola"!

pechino città proibita

Lo so che sono poco cinesi ma tra le centinaia di bottiglie d’acqua trangugiate ogni tanto dovevamo mandare giù qualcosa di solido e loro sono diventati il nostro snack preferito 😊.

IL PARCO BEI HAI


Usciti dal palazzo a nord questa volta ci siamo diretti ad un altro parco, il Bei Hai che prende il nome dal suo lago. L’ingresso purtroppo è a pagamento (20 yuan) ma per me ne vale la pena. In mezzo al lago c'è la bellissima isola di Giada, raggiungibile dal ponte entrando nel Yongan. Qui dentro si trovano varie sale del tempio e il famoso Dagoda Bianco, una stufa di 36 metri in stile tibetano costruita per la visita del Dalai Lama. Un motivo in più per andarci è rappresentato dalla bellissima vista di cui si gode da lì.

pechino bei hai
pechino bei hai
pechino bei hai

IL PARCO QIAN HAI


La nostra giornata non finisce qui. Attraversiamo tutto il parco fino a raggiungere il parco pubblico Qian Hai: qui troviamo numerose attività commerciali e tantissima gente impegnata a fare il bagno, il picnic o a giocare. Ed eccoci finalmente alla destinazione finale della giornata: le Torri del Tamburo e della Campana, immerse in uno storico quartiere di hutong.

pechino torre campana

Tornati in hotel prendiamo un taxi in direzione stazione per prendere possesso nella nostra cuccetta per la notte e partire alla volta di Xi’an.

Due parole sulla stazione: è pulita e le indicazioni sono abbastanza chiare; ritirare i biglietti prenotati è stato più difficile in quanto abbiamo dovuto trovare qualcuno che parlasse inglese e ci indicasse lo sportello esatto (solo uno su una ventina di sportelli aperti), ma per fortuna ce l’abbiamo fatta! Anche il treno è bello e abbastanza pulito per i loro standard ma ringrazio di aver preso la cabina da soli in quanto quella a quattro era claustrofobica! Il personale passa prima della partenza per informarti delle norme e ripassa prima di arrivare a destinazione per svegliarti. Efficienza cinese!
...to be continued

Testo e foto di Ilaria Guerzoni.


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