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Amburgo, la porta della Germania sul mondo

amburgo cosa vedere
Amburgo è la nostra prima destinazione del tour nella Germania del Nord, ci accoglie con un vento e un cielo grigio che non promettono nulla di buono. Usciamo dall'aeroporto a bordo di una Opel Astra nuova targata... Vienna!! Siamo io inviata per Girovagate, Flavio di Nonsoloturisti e Sandra di Minubetrip, un piccolo trio affiatato nonostante la (mia) differenza d'età. Dapprima grandi viali alberati, poi case elegantissime ci introducono al centro di questa città che da subito mi piace per la sua aria moderna e allo stesso tempo informale, con tante anime, grande ma non troppo, dove ognuno di noi può trovarsi a proprio agio incontrando i propri gusti.

Coperti come fossimo in pieno autunno usciamo dall'hotel situato in pieno centro, il Mitte, vicinissimo a Hauptbahnhof, la maggiore stazione ferroviaria tedesca e stazione della metropolitana, che è anche un luogo di visita con 100 anni di storia e un moderno centro commerciale. Per prendere la metro basta acquistare il biglietto alle macchinette e scendere al binario. Niente tornelli e nulla da timbrare, siamo in Germania! 

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A passo svelto raggiungiamo il ristorante Fillet of Soul per il pranzo, con una moderna atmosfera e piatti ricchi con un ottimo rapporto qualità – prezzo. I clienti sono persone d'affari, infatti ci troviamo in un'area dove fanno capolino vecchi edifici industriali in disuso, non sempre restaurati, accanto a sfavillanti grattacieli col logo di un grande giornale, poi di una multinazionale alimentare e così via. La vocazione al lavoro e ai commerci di Amburgo è evidente, favorita dalle numerose vie d'acqua, dai canali e dal fiume Elba che passa qui vicino anche se la sua foce è a oltre 100 chilometri di distanza. Non si vede ancora il porto, il secondo d'Europa dopo Rotterdam, dove arrivano le navi mercantili col caffè crudo e il tè da processare proprio qui, ci passeremo vicino nel pomeriggio. Tè, caffè, cioccolato derivano dalla trasformazione di piante esotiche, caratteristiche di climi lontani ben più caldi, che in Europa sono trasformati con successo da almeno 500 anni.

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Seguiamo per un breve tratto il corso dell'Elba e un susseguirsi di edifici moderni, grattacieli luccicanti di vetro e metallo, contrapposti all'architettura espressionista della Chilehaus con i suoi mattoni scuri e un angolo acuto a simulare la prua di una nave. Visitiamo Chocoversum, esposizione permanente sul cioccolato molto ricca anche per una persona come me, che dovrebbe sapere tanto dei prodotti agroalimentari. Per fortuna non mi stanco mai di provare curiosità per tutto ciò che parla del cibo: apprezzo come la fava di cacao sia sezionata nei minimi dettagli e il percorso dai Paesi produttori ai luoghi di trasformazione, le importanti differenze tra i vari tipi di cioccolato (meglio quello amaro del cioccolato al latte o bianco!) e la complessa filiera che richiede l'utilizzo di macchinari a condizioni di temperatura e igieniche molto controllate. E per ultimo, ma non certo ultimo, abbiamo la possibilità di produrre una tavoletta di cioccolato personalizzata con varie decorazioni, il valore dell'esperienza: era proprio buona! 

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Usciamo con le narici intasate di cacao e l'aria frizzante di Amburgo ci riporta subito alla realtà. Passeggiamo costeggiando un canale, ce ne sono più di 2000 e si chiamano Fleete. Industria e commercio sono le due anime produttive di questa splendida città, a cui si associa una scena culturale e musicale notevole. Molti quotidiani, riviste e case editrici specializzate (der Spiegel, die Zeit, Grüner & Jahr) hanno la loro sede ad Amburgo, noi passiamo accanto alla Warner Bros in un edificio in mattoni rossi, caratteristica degli ex magazzini industriali dello Speicherstadt nell'area che dal 1883 si chiamò Freihafen (porto libero).

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Uffici e studi di professionisti si riconoscono dalle targhe altisonanti all'ingresso e dalle auto prestigiose parcheggiate ordinatamente. Io sono un po' fissata con le macchine tedesche anche se personalmente mi posso permettere solo cose molto popolari: giuro che non ho mai visto tante Porsche come ad Amburgo, ce ne sono di tutti i modelli e di tutti i colori, tutte sfavillanti. Chissà se sono uno status symbol come da noi? Certo è che la ricchezza degli amburghesi è palpabile quasi dappertutto, abbinata ad eleganza e sobrietà in puro stile teutonico. Alla nostra destra, oltre l'Elba si trova la vecchia città, dove spicca la cattedrale di San Pietro e la zona del Municipio.

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La storia della musica tedesca è passata anche di qua, musica che oggi si ascolta a teatro e in numerose sale concerti. Andando a ritroso nel tempo, ad Amburgo sono nati Felix Mendelssohn e Johannes Brahms, più di recente i Beatles hanno iniziato la loro avventura nel 1960 con esibizioni dal vivo nei locali di questa intrigante città. Per la Nuova Filarmonica collocata nel quartiere del futuro Hafencity bisognerà invece aspettare; doveva essere inaugurata quattro anni fa con un progetto (e un investimento) faraonico, invece non è ancora pronta e assomiglia sempre più ad un'incompiuta. Una stonatura in una grande città che ha nel rinnovamento il suo carattere distintivo, dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che l'hanno in buona parte distrutta. Arriviamo fino alla ruota panoramica poi scendiamo nella metro, una città nella città: alcune fermate sono particolarmente belle e curate e qui, sotto il livello del mare, nell'intertempo tra il passaggio di due treni si può sentire il verso delle balene che ci passano vicino, oltre queste pareti. Anche questa è musica! Almeno così racconta la nostra simpatica guida che ci conduce in un citytour leggero, ma denso di suggestioni e spunti per una visita più approfondita.

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Poche fermate ci portano al Municipio, cuore antico della città circondato da negozi e locali di lusso e altre acque più tranquille, dove 140 cigni sguazzano indisturbati e protetti dagli amburghesi che destinano loro cure speciali, soprattutto nei rigidi mesi invernali. Camminiamo ancora per raggiungere il punto più alto della città: il campanile della chiesa di San Michele, alto 132 metri anche se (in ascensore) arriviamo solo fino a 83 metri d'altezza. Il mio desiderio di vedere la città dall'alto viene così esaudito ed ho un colpo d'occhio ancora diverso su una città sempre più intrigante. Siamo gli ultimi visitatori perché alle 18,30 ci fanno uscire, ma è ancora chiaro e lo sarà fin dopo le ore 22!! Che bello il nord Europa a giugno, queste lunghissime giornate ci permettono di fare un sacco di cose.


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Infatti ci rimettiamo in cammino alla volta del ristorante che ci hanno riservato, attraversando Reeperbahn la zona a luci rosse dove vediamo più degrado che trasgressione, e un quartiere assai più affascinante, con vecchie case anche in legno, tanto verde, abitanti giovani e adulti bohémien. Pensiamo di farci una birretta prima di cena ma provvidenzialmente chiedo di avvicinarci, perché non mi fido delle indicazioni secondo cui dovremmo arrivare in pochi minuti. Infatti ci vuole oltre mezz'ora di buon passo finché vediamo capannoni e magazzini dismessi, riconvertiti a uffici e locali. Lagerstrasse è il nome (evocativo) della via, Altes Mädchen è il ristorante con birra artigianale che ci accoglie, stanchissimi.

Finalmente ci sediamo all'interno del locale perché fuori fa freddino; la cucina locale è abbastanza prevedibile, tradizionale ma buona, la birra artigianale invece è superba. Siamo distrutti e non pensiamo proprio di rientrare a piedi, prendiamo la metropolitana. Wedina Hotel è una soluzione ottima sia per la posizione centralissima, sia perché arredato con tante soluzioni colorate nella hall (tavolini e sedie) e sala colazione, con un angolo per i bambini e tanti libri da leggere nei momenti di relax. Viene utilizzato per reading durante le manifestazioni culturali in città, per questo scrittori e artisti spesso scelgono di alloggiare qui.

Foto e testo di Roberta Zennaro.

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